Quel che un collezionista vorrebbe sapere...

Particolare lavorazione destinata al "taglio" del volume è la doratura in oro vero. Per comprenderne il significato dobbiamo tornare a 500 anni or sono. Il libro era uno degli oggetti più preziosi in assoluto. Oltre a racchiudere il Sapere era un mezzo per determinare status e potere. Si conoscevano i problemi relativi alla conservazione e tanti i rimedi che l'esperienza suggeriva.  Per evitare la penetrazione di insetti e polvere (l'ambiente non era asettico come siamo abituati oggi) la doratura rappresentava (e rappresenta ancor oggi) l'efficace prevenzione. Tarli, pesciolini d'argento....sono attirati dalla composizione naturale della cellulosa e dagli adesivi di natura organica. Lo strato di metallo applicato sul profilo dei fogli funziona come "repellente" elettrico.

 

Solo in un secondo tempo si attribuì a questa rifinitura un valore di decorazione ed ostentazione. La doratura non va confusa con la "labbratura" utilizzata ad esempio per le agende di produzione industriale, con la quale non ha nulla da spartire. Le immagini  illustrano le principali fasi della prestazione.

Aggiungo che la "doratura" non è, e non potrà mai essere una produzione industriale, in quanto l'applicazione della foglia d'oro richiede sensibilità, esperienza e capacità fuori dal comune. Persino l'ambiente esterno con le variazioni di umidità, pressione e temperatura ne condizionano la perfetta esecuzione.

Mi piace ricordare un Artigiano davvero speciale,il signor Perego di Milano. Forse l'ultimo doratore professionista del nord Italia. Persona generosa, appassionata e sapiente, mi introdusse al magico mondo dei metalli (oro, platino, argento...) e corresse tutti i miei errori di gioventù.

Non tutti i libri si prestano a questa lavorazione: carte patinate estreme (quasi completamente realizzate con carbonato di calcio) con direzione fibra particolare, ricche di colori sul taglio e fortemente acide non sono assolutamente adatte. Splendidi risultati si ottengono su carte di pura cellulosa, cotone, naturali, elastiche e porose.

Bisogna assicurarsi della tenuta della cucitura, la compattezza della rilegatura eseguita a egola d'Arte. Si cospargono le parti esterne dei fogli con saponaria, per evitare che si compattino durante l'applicazione. Il volume allineato perfettamente e pressato è pronto per ricevere la prima piallatura e la levigazione finale.  Una stesura di una pasta organica allumata servirà da "primer" ideale.

 

L'estrema leggerezza della foglia d'oro (16 micron ca.) può renderlo volatile alla prima corrente d'aria! Per spostarlo si utilizzano striscie di carta modellate elettrizzate per sfregamento. Attirano il foglio e permettono di posizionarlo con estrema precisione. Il mordente ideale per assicurare il metallo alla carta, ancor oggi, è l'albume di un uovo di gallina!  Montato a "neve", fatto precipitare con cloruro di sodio atomizzato, e fatto riposare per separare schiuma, acqua e siero.

a questo punto è possibile eliminare le microbolle d'aria con uno spillo. Trascorse 8/10 ore di ascugatura si interviene lisciando la superficie con una pietra dura (agate).

 Ora il volume può essere estratto dal torchio per i successivi interventi.

 

 

 Considerazioi finali: Ha senso riproporre nel 2015 tale lavorazione? Assolutamente no! Può essere un esercizio accademico personale, saggio di un sapere ormai dimenticato, ma eseguirlo in funzione di opulenta ricchezza è fuori luogo.

Però.......

chi conosce i segreti di questa tecnica ha la chiave per affrontare i problemi legati alla deframmentazione spontanea dei files digitali! Nessuno ne parla eppure rappresenta il rischio più prossimo.

Sono cambiati i tempi ma il problemi sono invariati.

I supporti sono modificati come le tecniche di fruizione, di archiviazione persino i tipi di digitalizzazione più evoluti hanno la stessa fragilità di un libro del 400 nel suo tempo!

Dovremmo trovare una nuova classificazione e nomenclatura, sostituire il termine Artigiano con "Artefice",  Legatoria con Agorà contemporaneo, un luogo dove le Persone possono permettersi di confrontarsi con libero pensiero e passare dalle parole alle Opere.

Augusto Andreotti.